L’ORGANIC MUSIC DI JULIUS EASTMAN: ALL’INCROCIO TRA ALEA, POP E MINIMALISMO

FEMENINE

Julius Eastman

PREMIERE A MILANO

29 settembre 2023

BASE Milano – Via Bergognone, 34 Milano

h. 20.45

Giovanni Mancuso e l’Ensemble del Centro d’Arte dell’Università di Padova
Giovanni Mancuso, direzione, pianoforte; Alberto Collodel, clarinetto basso; Filippo Vignato, trombone; Agnese Amico, violino; Enrico Milani, violoncello; Marco Centasso, contrabbasso; Alessio Ghezzi, vibrafono; Laura Faoro, flauti.
In collaborazione con il Centro d’Arte dell’Università di Padova (IT)

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Compositore dal potere visionario, cantante con una voce di basso cavernosa, collaboratore di artisti del calibro di Meredith Monk e Pierre Boulez, Julius Eastman (1940-1990) è stato a lungo colonna portante della scena musicale di New York.

Le sue opere tentacolari e propulsive avevano titoli che andavano dal provocatorio (“Evil Nigger”) all’ammiccante (“Se sei così intelligente, perché non sei ricco?”). Eppure è morto in solitudine e la sua musica è stata per molto tempo dimenticata da tutti. Fino a questi ultimi anni.

Di Eastman va in scena la prima produzione italiana del brano Femenine (1974), realizzata a cura del Centro d’Arte di Padova nel 2022. Visto il notevole successo, il live è stato trasmesso su Radio3 Suite pochi mesi dopo. L’ensemble di musiciste e musicisti – di diverso background, ma tutti esperti di improvvisazione – è stato creato ed è diretto da Giovanni Mancuso.

“È un lungo rituale ipnotico ed estatico, nello stile che Eastman stesso aveva definito “organic music”: composizioni che lasciano ampia libertà agli esecutori, fatte di lente trasformazioni che, a partire da una pulsazione ritmica continua, si sviluppano in graduali processi di accumulo fino poi a frammentarsi in lunghe fasi di disgregazione. L’ensemble segue una partitura aperta, fatta di pattern melodici che si incastrano in modi sempre nuovi nelle diverse sezioni, dando ampia possibilità di scelta ai musicisti, ma il tutto trascinato da una pulsazione ritmica continua e vibrante” (M. Polato).

“Una registrazione d’archivio di uno dei suoi pezzi migliori, “Femenine”, del 1974, è stata pubblicata dall’etichetta Frozen Reeds, e mostra di cosa si trattava. Estaticamente vivace, è forse la cosa più chiaramente bella che Eastman abbia scritto in una carriera trascorsa a sfidare il suo pubblico” (New York Times).

Quello che sto cercando di ottenere è essere quello che sono al massimo”, ha detto in un’intervista del 1976. “Nero al massimo, musicista al massimo, omosessuale al massimo.”

La musica contemporanea è stata quasi del tutto priva di artisti neri e queer significativi. Ma la storia del Minimalismo, in particolare, è stata dominatada uomini bianchi etero — La Monte Young, Terry Riley, Steve Reich, Philip Glass — e Eastman è un’aggiunta fondamentale alla loro compagnia, anche se la sua interpretazione dello stile era “idiosincratica”, ribelle, e forse in anticipo sui tempi.


L’EVENTO A BASE Milano:

Il concerto presenterà la prima esecuzione assoluta a Milano di Femenine di Julius Eastman, unico omosessuale afroamericano nel cosmo del minimalismo newyorchese dominato da intellettuali bianchi. La composizione apre l’ascolto a molteplici sollecitazioni, incrociando minimalismo e musica d’improvvisazione, venature colte, jazz e pop, nell’ottica di superare i confini tra i generi.

In Femenine rivive appieno infatti l’ideale compositivo (e sociale) di Eastman, quello di una “organic music”, una musica intesa come una creazione sonora che superi e inglobi le diversità, abbattendo barriere fittizie e precostituite, non solo tra generi musicali, ma anche tra il compositore e gli esecutori, tra i musicisti e gli spettatori.

Proprio per meglio ricreare quest’unico, ipnotico rituale collettivo, Femenine negli spazi di BASE si sgancerà dal classico concerto per dar vita a un happening più informale, che davvero metta in contatto pubblico e artisti, secondo quell’ideale di fratellanza laica e universale attraverso l’arte e la musica che crediamo possa davvero avere ancora un suo valore oggi.

Giovanni Mancuso

Nato a Venezia nel 1970, si diploma di pianoforte sotto la guida di Wally Rizzardo presso il Conservatorio “Benedetto Marcello ” di Venezia nel 1992 con il massimo dei voti. Successivamente si diploma col massimo dei voti presso i Corsi di perfezionamento in musica da camera presso l’Accademia “Incontri col Maestro” di Imola. Ha studiato presso la Scuola Civica di Milano, perfezionandosi nel repertorio cameristico contemporaneo con Renato Rivolta. Segue poi i Corsi di perfezionamento in Composizione sotto la guida di Salvatore Sciarrino (1990-92). E’ vincitore di numerosi premi di composizione tra i quali: Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa Mediterranea – Lisbona 1994; Grieg Memorial Conpetition (Oslo 1995); Rockefeller Foundation (New York, 2003); European Association for Jewish Culture (London – Paris) 2003 Grant Award.Ha vinto la settima edizione del Concorso Internazionale Orpheus di Spoleto per nuove opere da camera (presidente della commissione: Louis Andriessen) con l’opera “Obra Maestra” ispirata a Frank Zappa.

Ha ricevuto commissioni da importanti istituzioni musicali tra le quali: Istituzione Sinfonica Abruzzese; Orchestra Gran Teatro La Fenice; Biennale Musica; Biennale Danza; Orchestra Giovanile Italiana; European Association for Jewish Culture; Ex Novo Ensemble; Milano Musica; Sentieri Selvaggi; Orchestra dei Pomeriggi Musicali. La sua opera “Il Ritorno dei Chironomidi” è stata rappresentata nella stagione lirica 2015/2016 del Teatro La Fenice di Venezia.  Ha presentato per la stagione lirica del Teatro Comunale di Treviso (2017) “Atlas 101” spy-opera onirico-matematica in 17 quadri.

Ha all’attivo collaborazioni con Raiz, Pietro Tonolo, Frederic Rzewski, Philip Corner, Malcolm Goldstein, Butch Morris, Carlo Boccadoro, Debora Petrina, Sentieri Selvaggi, Lukas Ligeti, Francesco Cusa, Charlemagne Palestine, Sylvano Bussotti, Frank London, Alvin Curran. Ha fondato nel 1991 l’ensemble e gruppo di studio Laboratorio Novamusica con il quale svolge intensa attività concertistica come pianista e direttore in Italia, Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Libano, Norvegia, Austria e Polonia. Nel 2002 ha fondato l’etichetta discografica Galatina Records (distribuita da FMP – Berlino). Ha fondato nel 2016 l’ensemble “Chironomids Outerspace Group” con il quale ha presentato progetto originali dedicati alle musiche di Frank Zappa, Terry Riley, John Cage e a sue composizioni. Vive a Venezia e insegna al Conservatorio “B.Marcello” di Venezia.

Agnese Amico

violinista di formazione classica, all’attività orchestrale e cameristica affianca la pratica della libera improvvisazione, in solo e in gruppo. Dal 2019 è membro del Quartetto Obliquo, e della DOOOM, ensemble di improvvisatori. Dal 2020 suona anche un hardingfele, violino tradizionale norvegese. Nel 22/23 è artista in residenza presso Mac – Padova. Si è esibita tra gli altri per la Biennale di Venezia, il Centro D’arte di Padova, il Centro Musica di Modena, Solitunes, A Love Supreme Impro Festival. Nel 2022 esce il suo primo lavoro discografico in solo d’improvvisazione: Alalie, pubblicato da Zoar Records. Ha all’attivo collaborazioni con l’Orchestra di Padova e del Veneto, la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Orchestra del Friuli Venezia-Giulia e l’Orchestra Senzaspine.

Marco Centasso

Nato a Venezia il 08/10/1992 si avvicina al mondo della musica da bambino attraverso lo studio del pianoforte. Dopo alcuni anni passa allo studio del basso elettrico e successivamente del contrabbasso con il Maestro Edu Hebling. Nel febbraio 2020 ottiene il diploma in contrabbasso jazz presso il Conservatorio di Vicenza Arrigo Pedrollo sotto la preziosa guida di Salvatore Maiore, Pietro Tonolo e Paolo Birro. Oltre agli studi in campo jazzistico durante il conservatorio ha la possibilità di studiare e perfezionare lo studio dell’arco alla tedesca con il Maestro Gergely Jardanyi. I principali progetti sono il trio di stampo jazz sperimentale Ophir con il quale nel 2018 registrano il loro primo disco, il quintetto RAME con il quale incidono nel 2019 l’omonimo album sotto l’etichetta EmmeRecord e nel 2021 Oscura Era uscito per la Wow Records. A partire dal 2016 entra a fare parte dei Chironomids Outerspace Groups, ensemble di musica contemporanea capitanata dal Maestro e Compositore Giovanni Mancuso con il quale si esibirà al Teatro Malibran di Venezia e il Teatro Comunale di Treviso. Ha partecipato a svariati festival e rassegne tra cui: Sibiu Jazz Festival (Romania), Niš jazz Festival (Serbia), Roccella Jazz Festival (Italia), Cracow Jazz Juniors (Polonia). Nel 2021 viene selezionato come contrabbassista per l’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti (ONJGT), orchestra creata e diretta dal Maestro Paolo Damiani con la quale si è esibito Teatro Morlacchi di Perugia durante l’edizione 2021 di Umbria Jazz Festival, la Casa del Jazz di Roma e al Nantes Jazz Festival (FR). Nell’ottobre del 2022 con il Marco Centasso Quartet pubblica Hidden Rooms primo album nelle vesti di contrabbassista e compositore, prodotto e pubblicato dall’etichetta discografica Parco della Musica Records di Roma.

Alberto Collodel

Inizia a suonare il clarinetto in tenera età, e successivamente, intraprende lo studio della chitarra e basso elettrici, militando in diverse formazioni rock, perlopiù. Dalla fine degli anni ’90, riprende lo studio auto-didatta del clarinetto e clarinetto basso, dedicandosi al jazz e alla musica improvvisata di matrice non idiomatica. Dal 2007 diventa membro stabile di Kongrosian: formazione composta da soli strumenti a fiato che lavora trasversalmente nell’ambito dell’improvvisazione libera e di matrice jazzistica, rielaborando
standards e partiture originali, collaborando con alcuni dei musicisti più significativi dell’ areacreativa.
Nel giugno 2009 inizia una collaborazione (tuttora attiva) col pianista e compositore Giovanni Mancuso, concentrandosi sullo studio delle partiture di Anthony Braxton e Tim Berne. Nel settembre 2011 co-fonda, insieme a Luciano Caruso, ZVUK quartet: progetto di soli fiati dedicato allo studio dell’intero corpus tematico di Thelonious Monk in chiave contemporanea. Nel 2014, fonda il progetto DST, con Simone di Benedetto al contrabbasso. Un duo dedito all’improvvisazione libera e alla musica contemporanea, con il quale, nel luglio 2019 presenta il primo lavoro (Il sistema periodico, AUT Records) all’Istituto Italiano di cultura di Parigi.
Nel 2016 ha avuto il piacere di collaborare con Rob Mazurek nel progetto “Land of Spirals”, nell’ambito di una residenza artistica promossa dal Festival Internazionale “Novara Jazz”, assieme a giovani esponenti della scena musicale creativa Italiana. Ha partecipato a seminari con Alvin Curran, Mats Gustafsson, William Parker, Charlemagne Palestine, Evan Parker, Steve Leheman.

Alessio Ghezzi

Inizia gli studi di batteria all’età di otto anni sotto la guida del Maestro Giorgio Zanier seguito poi da Gianni Measso ed Ermes M. Ghirardini. Nel 2012 si diploma in “Strumenti a Percussione” e nel 2015 consegue la specializzazione in “Didattica della Musica” presso il Conservatorio B. Marcello di Venezia.
Durante il periodo di studi segue diversi seminari e workshop con artisti di livello nazionale edinternazionale come Alfredo Golino, Max Furian, Cristian Mayer, John Riley, Chen Zimbalista, Dario Savron, Giovanni Arfacchia, Massimo Pastore e Giorgio Ziraldo. Dal 2000 svolge attività concertistica e in studio come batterista e percussionista in ambito di musica, contemporanea, rock e sonorizzazioni di film. Tra le collaborazioni più importanti figurano C. Ambrosini e l’ExNovo Ensemble, G. Mancuso (Figli del deserto, Chironomids OuterSpace Group), Centro d’arte di Padova, il CinemaZero Pordenone, Bugo, Amari, Tre allegri ragazzi morti, Sick Tamburo, Debora Petrina, Los Muchos Gramos.

Enrico Milani

Violoncellista. La sua formazione musicale è legata principalmente ad ambienti non accademici: scuole di musica, orchestre giovanili, formazioni pop-rock. Negli anni ha lavorato come turnista a fianco di alcuni cantautori (Iacampo, Erica Boschiero) e della compagnia teatrale Stivalaccio Teatro. Appassionato da sempre alla cultura musicale classica, al cui studio tutt’ora si applica a momenti alterni, coltiva da tempi più recenti l’interesse per tutte le forme della musica di ricerca e in particolare per l’improvvisazione libera, che ha approfondito attraverso la frequentazione di laboratori e la scrittura della tesi magistrale in Scienze Filosofiche (Padova, 2020). Questi interessi vengono messi in gioco nei progetti musicali in cui attualmente milita: Minimal Klezmer, Friedrich Micio, DOOOM Orchestra.

Filippo Vignato

E’ un trombonista e improvvisatore italiano nato nel 1987. Considerato come uno dei più interessanti musicisti italiani della sua generazione, ha vinto il premio della critica Top Jazz come ‘Miglior Nuovo Talento’ nel 2016per il suo debutto da leader nell’album Plastic Breath (Auand). Svolge un’intensa attività concertistica in Italia ed Europa e collabora con il mondo della danza contemporanea e dello storytelling. Nel corso dei suoi tour, viaggi e studi attraverso l’Europa ha sviluppato una propria chiara visione della musica: senza confini di genere e dove il processo rituale dell’improvvisazione possa toccare e coinvolgere il pubblico nel modo più profondo.
Attivo su molteplici fronti e stili musicali, fa parte fin da giovanissimo di molti progetti diversi che vanno dal jazz alla libera improvvisazione, alla musica contemporanea e alla musica etnica e dal 2014 è leader di un trio elettrico con il batterista ungherese Attila Gyarfas alla batteria ed il pianista Yannick Lestra al fender rhodes. Nel 2017 pubblica l’album ‘Harvesting Minds’, inciso con un quartetto acustico con Giovanni Guidi al pianoforte. Nello stesso anno fonda assieme a Zeno De Rossi, Pasquale Mirra, Giorgio Pacorig ed Hank Roberts la band ‘Pipe Dream’, che pubblica nel settembre 2018 l’omonimo disco il quale giunge al secondo posto tra i dischi dell’anno secondo il referendum Top Jazz 2018. Nel maggio 2019 viene pubblicato ‘Ghost Dance’, nuovo capitolo discografico realizzato in duo con il leggendario violoncellista statunitense Hank Roberts. Nel luglio dello stesso anno debutta al festival Bolzano Danza lo spettacolo ‘Golden Variations’ ideato insieme alla coreografa e danzatrice Camilla Monga a cui seguirà una fitta tournée nei due anni successivi. Nel 2020 pubblica ‘Heidelberg – Live at Enjoy Jazz’ con lo stesso trio del disco d’esordio ‘Plastic Breath’ e nello stesso anno partecipa come ospite speciale alla tournée ‘ReWanderlust’ con lo storico quintetto di Paolo Fresu. Dal 2021 fa parte del progetto ‘HEROES’ con Paolo Fresu, Petra Magoni, Christian Meyer, Francesco Diodati e Francesco Ponticelli e nel corso dello stesso anno pubblica ‘ARIA’ un album in duo con il pianista francese Enzo Carniel.


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